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giovedì 19 settembre 2013

Carta washi Cenni storici

Giusto qualche cenno introduttivo per quanto riguarda l'origine della carta fino ad arrivare all'uso della washi.

La carta è nata in Cina nel 105 d.C. Durante la dinastia Han.
Venne introdotta in Giappone nel VI secolo d.C. durante il regno dell'imperatrice Suiko.
Fu importata da due monaci buddisti coreani. La carta infatti serviva come strumento per far conoscere i principi del buddismo ampliamente già praticato in Cina.
L'apertura dei rapporti commerciali tra impero cinese e giapponese, hanno fatto sì che la carta avesse grossa diffusione.
La carta cinese veniva prodotta con le fibre estratte da due piante: canapa e gelso.
La richiesta sempre maggiore incentivò la produzione di carta anche in Giappone. I produttori cercando tra le piante autoctone, trovarono nel gelso giapponese (kozo) delle buone qualità che rendevano la carta più robusta e resistente.
Dal periodo Fujiwara (980-1050) le arti che inizialmente erano state apprese dalla cultura cinese si distaccarono completamente fiorendo con stili nuovi.
La carta insieme al pennello diventò forma d'arte e simbolo di espressione della classe colta.
In questo periodo la produzione di carta con l'utilizzo delle lunghe fibre cambiò nome in washi (wa:Giappone shi: carta).
La località che ancora oggi è nota per la produzione di carta washi è Echizen.
La carta ha trovato ampio utilizzo non solo nel campo artistico per la scrittura e i dipinti, ma anche nella realizzazione di lampade e pareti di carta, divisori e paraventi. 


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