Giusto qualche cenno introduttivo per quanto riguarda l'origine della carta fino ad arrivare all'uso della washi.
La carta è nata in Cina nel 105
d.C. Durante la dinastia Han.
Venne introdotta in Giappone nel VI
secolo d.C. durante il regno dell'imperatrice Suiko.
Fu importata da due monaci buddisti
coreani. La carta infatti serviva come strumento per far conoscere i principi del
buddismo ampliamente già praticato in Cina.
L'apertura dei rapporti commerciali tra
impero cinese e giapponese, hanno fatto sì che la carta avesse
grossa diffusione.
La carta cinese veniva prodotta con le
fibre estratte da due piante: canapa e gelso.
La richiesta sempre maggiore incentivò la produzione di carta anche in Giappone. I produttori
cercando tra le piante autoctone, trovarono nel gelso giapponese
(kozo) delle buone qualità che rendevano la carta più
robusta e resistente.
Dal periodo Fujiwara (980-1050) le arti
che inizialmente erano state apprese dalla cultura cinese si
distaccarono completamente fiorendo con stili nuovi.
La carta insieme al pennello diventò forma d'arte e simbolo di espressione della classe colta.
In questo periodo la produzione di
carta con l'utilizzo delle lunghe fibre cambiò nome in washi
(wa:Giappone shi: carta).
La località che ancora oggi è
nota per la produzione di carta washi è Echizen.
La carta ha trovato ampio utilizzo non solo nel campo artistico per la scrittura e i dipinti, ma anche nella realizzazione di lampade e pareti di carta, divisori e paraventi.
La carta ha trovato ampio utilizzo non solo nel campo artistico per la scrittura e i dipinti, ma anche nella realizzazione di lampade e pareti di carta, divisori e paraventi.
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